Di fronte alla trasformazione digitale in corso, RCS MediaGroup, uno dei principali gruppi editoriali italiani attivo a livello nazionale e internazionale, si è trovato di fronte alla necessità di far evolvere il proprio business. Una sfida che ha coinvolto tutte le testate del gruppo portandole a percorrere strade mai battute fino ad ora. Grazie a strategie lungimiranti e partnership di alto livello, il gruppo RCS è riuscito a conseguire risultati impensabili.
RCS MediaGroup già da tempo ha deciso di convertirsi al digitale con l’obiettivo di
compensare le perdite verificatisi sulla carta stampata, sia in Italia che in Spagna, dove
RCS è presente con tre testate (la generalista El Mundo, la sportiva Marca e la finanziaria
Espansione).
La società ha perciò deciso di rivedere la propria strategia digitale con l’obiettivo
di:
Si era infatti reso necessario poter effettuare l'analisi del comportamento dei
clienti, ritrovandosi a gestire big data e analytics per poter gestire al
meglio:
1. le revenue pubblicitarie, legate ai dati che
si potevano fornire agli inserzionisti;
2. il churn rate o tasso di abbandono, in quanto oggi è necessario capire quando
sorge una propensione all’abbandono e intervenire immediatamente con offerte
accattivanti, sempre più personalizzate e legate agli interessi della persona.
Constatato che i siti on-premises non erano più in grado di soddisfare le richieste
e spesso erano causa di outage e di difficoltà di erogazione, RCS ha valutato la
possibilità di aggiornare l’infrastruttura.
Il balzo atteso RCS lo ha compiuto quando ha scelto di migrare al
Cloudaffidandosi a due affidabili partner tecnologici quali TIM
Enterprise e Google Cloud. Tale collaborazione, iniziata nel 2020, offre
servizi cloud innovativi di alta qualità alle imprese italiane.
Una decisione presa in quanto questa soluzione era in grado di soddisfare al meglio
i due punti cardine che avevano guidato la scelta: la disponibilità di risorse e il
contenimento dei costi. Il Cloud, infatti, poteva fornire la flessibilità
necessaria per allocare e de-allocare le risorse in funzione dell'effettiva
necessità. E questo sia per il traffico di notizie e articoli, sia per tutta la
parte di analytics. Inoltre, grazie al Cloud, RCS poteva disporre di tutta la
potenza di calcolo e di storage necessaria senza dover effettuare ingenti
spese in conto capitale.
In termini di risorse di storage, RCS ha deciso di puntare su Google Cloud,
che ha uno storage molto più performante rispetto allo standard disponibile. Questo
da un lato le ha permesso di operare utilizzando meno risorse di front end,
dall'altro lato di ottenere benefici dal punto di vista economico, perché
ridurre le risorse significa anche diminuire i costi.
È proseguita anche la collaborazione con TIM Enterprise, che ha continuato a
essere il provider di riferimento anche per la restante infrastruttura cloud
in virtù di un’offerta completa, personalizzata sulle esigenze di RCS a un costo
conveniente.
Definita la scelta del Cloud e dei provider, RCS ha messo nero su bianco i KPI
che intendeva raggiungere:
Oggi RCS utilizza analytics che le permettono di avere in tempo reale i risultati sull’andamento dei siti, aggiornati in relazione al numero di utenti concorrenti, delle notizie lette, della presenza sui social e così via. Anche le parole chiave sono scelte in base all’analisi delle preferenze degli utenti, misurate anch’esse in tempo reale.
Il processo iniziato da RCS ha portato a importanti risultati, ma l’azienda ha un obiettivo preciso: ottenere un'implementazione totalmente container based, quindi a microservizi, che sia il più possibile Cloud agnostic. Per raggiungere tale obiettivo, RCS continuerà sicuramente con una situazione che prevede un cloud di riferimento, che è Google Cloud, ma comunque avrà soluzioni di backup anche su altri provider perché è sempre importante avere più copie dei dati strategici in luoghi diversi.